martedì 7 gennaio 2014

Fūrin - Il carillon del vento


Il termine fūrin composto da "hū" (vento) e "rin" (campana) assume in italiano il significato di "campanella al vento" (la pronuncia è "fuurin"). In origine proveniente dalla tradizione cinese, il fūrin è stato introdotto in Giappone ormai da secoli, tanto che se ne riporta traccia in ogni genere di opera artistica e fonte storica. Il monaco buddista Honen Shonin di Kamakura lo definì "tesoro nazionale", per il suo supposto potere benefico, mentre almeno fin dal periodo Muromachi (1333-1568) il suono gradevole del fūrin viene associato con l'estate.

Il fūrin è tradizionalmente costituito da un involucro tondeggiante, solitamente di ghisa, da cui pendono uno o più tubicini che, al soffiare del vento, producono lo scampanellio molto caratteristico della terra nipponica. Dai tubicini, inoltre, pende una strisciolina di carta, solitamente realizzata in carta di riso, ma anche in altri tessuti. Sopra di essa sono raffigurati paesaggi, oggetti, frasi o scritte di diverso genere che richiamano dei particolari legati alla tradizione giapponese. Di realizzazione artigianale, i fūrin sono solitamente pezzi unici, nonostante oggigiorno se ne producono anche in serie.


Nei mesi estivi, la stagione più calda ed umida in Giappone, i fūrin vengono appesi e lasciati tintinnare al vento in tutta la nazione, producendo un suono che pervade le campagne ed i centri più piccoli, ma anche le metropoli, grazie al forte attaccamento dei Giapponesi nei confronti delle loro tradizioni popolari più intime ed identificative. Si ritiene tradizionalmente che i fūrin, da una parte, rendano il caldo afoso dell'estate meno pesante ed opprimente, grazie al tintinnio molto delicato, dall'altra che il loro suono tenga lontani gli spiriti maligni dai luoghi abitati.


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